Interoperabilità
L’interoperabilità in sanità si riferisce alla capacità dei diversi sistemi e applicazioni informatiche utilizzate da varie strutture sanitarie (ospedali, cliniche, laboratori) di comunicare, scambiare e interpretare dati in modo coordinato. L’obiettivo dell’interoperabilità è garantire che le informazioni cliniche del paziente, come le cartelle cliniche elettroniche (EHR), possano essere facilmente condivise e utilizzate tra diversi attori del sistema sanitario, migliorando la continuità e la qualità dell’assistenza.
L’interoperabilità può avere diversi livelli:
• Interoperabilità Tecnica: Assicura che i dati possano essere trasferiti tra sistemi utilizzando formati standard, come HL7 o FHIR, permettendo la comunicazione tra diverse piattaforme.
• Interoperabilità Semantica: Garantisce che i dati scambiati abbiano lo stesso significato tra tutti i sistemi, in modo che le informazioni, come una diagnosi o un trattamento, vengano interpretate correttamente ovunque.
• Interoperabilità Organizzativa: Riguarda la cooperazione tra le diverse organizzazioni sanitarie, assicurando che le procedure e le politiche siano in grado di supportare l’uso e lo scambio di dati tra di esse.
Il vantaggio principale dell’interoperabilità è migliorare la continuità delle cure, ridurre gli errori clinici e consentire un flusso fluido di informazioni, il che porta a decisioni mediche più informate e a un’efficienza complessiva del sistema sanitario.
Fonte della definizione:
Questa definizione è basata su concetti descritti in “Interoperability and Health Information Exchange: Issues for the Modern Healthcare Ecosystem”, pubblicato su Journal of the American Medical Informatics Association (JAMIA).